De Magistris: Pillole di incriccamento. La P3, il Csm e la questione morale

Luigi De Magistrisdi Luigi de Magistris – 21 luglio 2010
In questi giorni le cronache narrano di P3. Bene. Non nascondo che accanto alla rabbia provo anche un po’ di soddisfazione. Rabbia perché riemerge la melma istituzionale che ha contribuito a scipparmi inchieste e strapparmi la toga.

Per il solo torto di essere stato magistrato costituzionalmente orientato e non incriccato. Soddisfazione perché esiste ancora una parte della magistratura che resiste.
Numerosi sono i collegamenti tra le indagini di cui ero titolare a Catanzaro e quelle condotte in queste settimane dalle Procure di Perugia e di Roma. Nominativi di persone coinvolte in parte identici, contesti ambientali similari, stesse società, medesimi canali di riciclaggio, la spesa pubblica, il sistema della protezione civile, l’ambiente ed in particolare l’eolico.
Quanti magistrati incriccati ho incrociato! Qualche pillola di incriccamento?
Il Procuratore della Repubblica di Catanzaro dr. Lombardi e il Procuratore Aggiunto di Catanzaro dr. Murone – tra i principali registi della sottrazione illecita delle inchieste Poseidone e Why Not – nei confronti dei quali la Procura della Repubblica di Salerno ha chiesto il processo per il delitto di corruzione in atti giudiziari. Il dr. Dolcino Favi – Procuratore Generale di Catanzaro – autore materiale dello scippo di Why Not per il quale procede la medesima autorità giudiziaria di Salerno. Quel Dolcino Favi che è emerso agli atti del processo in corso a Palermo sulla trattativa tra mafia e pezzi di Stato. Trattativa per la quale è morto Paolo Borsellino. Il dr. Arcibaldo Miller, capo degli ispettori ministeriali – già frequentatore di case di tolleranza alla via Palizzi in Napoli e frequentatore di sorvegliato speciale, già nel passato indagato e perquisito per corruzione e camorra –, quindi con pedigree ideale per essere il controllore della deontologia professionale dei magistrati, il quale ha esercitato il potere ispettivo nei miei confronti senza soluzione di continuità dal 2005 al 2008, sino a quando non ha condotto a termine il lavoro che gli era stato commissionato. Quello di farmi fuori da Catanzaro e da PM! Sapete quando accelera l’ispezione Arcibaldo (detto Arci) Miller? Dopo che ho cominciato a contestare la violazione della legge Anselmi; dopo l’informazione di garanzia all’On. Pittelli (PDL) anche per lui si procede per corruzione in atti giudiziari; dopo la perquisizione al generale della guardia di finanza Poletti (poi promosso ai vertici dei servizi) ed oggi coinvolto a Perugia; dopo la perquisizione all’imprenditore Carducci della Giafi (indagavo sulla realizzazione del comando Gdf in Calabria) oggi coinvolto a Perugia; dopo la perquisizione ad altri esponenti dei servizi (tra cui il capo centro SISMI di Padova); dopo la perquisizione a Luigi Bisignani (P2); dopo il coinvolgimento di Mastella (il Ministro di Arci, alla faccia dei conflitti di interesse); dopo l’apparizione di nominativi di magistrati in servizio alla Procura Nazionale Antimafia; dopo il coinvolgimento di Finmeccanica; dopo aver scoperto la centrale illecita messa su dal referente per il sud della compagnia delle opere: quel Antonio Saladino, che è costata la poltrona all’ex presidente dell’ANM Luerti colto in fallo per le sue bugie. Dalle agende di Saladino emergeva che Luerti faceva da tramite per incontri tra Mastella e la compagnia delle opere. Il presidente dell’ANM che invece di occuparsi della questione morale in magistratura faceva da mediatore tra Saladino, Mastella e i vertici della CDO. Evviva! Ma tranquilli, dopo Luerti è arrivato Palamara. Del quale parlerò al momento debito. Poi abbiamo Vito D’Ambrosio, rappresentante della Procura Generale della Cassazione che ha curato il processo disciplinare ai miei danni innanzi al CSM. La faccia presentabile della correntocrazia. Per certi versi ancor più pericolosa. Appartiene a quella parte della congrega che pur sapendo delle magagne di magistrati non è intervenuta. Nella correntocrazia vi è copertura reciproca. Nella nuova P2 che avevamo scoperto vi erano anche personaggi legati al centro-sinistra. Quindi anche i tentacoli della correntocrazia di centro-sinistra hanno operato. Mica solo i berluscones. Vito D’Ambrosio, appunto: già Presidente della Regione Marche, persona al di sotto di ogni sospetto per i suoi legami con alcuni degli indagati e dei contesti oggetto delle attività investigative da me dirette. Collegio disciplinare, quello che mi ha processato come ai tempi dell’inquisizione, che ha come Presidente Nicola Mancino del quale è piena la cronaca: il sinistro incontro con Paolo Borsellino poco prima della strage di Capaci (Mancino non ricorda, la sua memoria, infatti, è a corrente alternata); Mancino che aveva come collaboratore il sen. Fazzone (PDL), quello di Fondi. Ricordate? Mancino che aveva contatti con persone coinvolte nell’inchiesta Why Not. Mancino che ha contatti con la P3 (con il cerimoniere Lombardi, solo omonimo del mio ex Procuratore). Mancino che non si astiene nel processo disciplinare nonostante avesse espresso giudizi sulla stampa nei miei confronti e che viola il segreto della camera di consiglio. Per la verità segreto di Pulcinella, bisogna concedere le attenuanti generiche a Mancino. I soldatini della correntocrazia del CSM, infatti, erano tutti d’accordo. Unanimità. Anche la Cesqui. Quella che oggi si accorge, leggo una sua intervista ad un quotidiano nazionale, di Miller. Bene, dovrebbe ricordare il ruolo di Miller nella mia vicenda. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Su quel collegio disciplinare negli atti della Procura di Salerno erano emersi elementi molto interessanti. E’ anche per questo che lo stesso CSM ha spazzato via i magistrati di Salerno. Per auto-difesa. Un conflitto di interessi ed abuso di potere senza precedenti. Nel Collegio della Cassazione che doveva valutare il mio ricorso l’accusa era sostenuta da Martone, ex presidente ANM ovviamente (P3, salotto Verdini-Dell’Utri). La garanzia della trasparenza? La Presidenza della Cassazione affidata a Carbone (P3, emendamenti ad personam, incriccato, presidente consob in pectore, come premio per la pensione guadagnata sul campo, prima che si scoprisse anche il suo “mal di schiena”). Dimenticavo, del resto sono talmente tanti sti’ incriccati in magistratura: il Procuratore Generale della Cassazione dell’epoca Delli Priscoli: nelle carte della Procura di Salerno c’era anche su di lui, sul ruolo del figlio. Poi ancora Toro, lo ricordate, il Procuratore Aggiunto di Roma quello che si è dimesso probabilmente per non essere arrestato. Lo stesso che ha indagato, dall’alto della Procura di Roma, il dr. Genchi e penso anche me (seppur indebitamente): il suo nominativo era in contatto, agli atti del procedimento Why Not, con un altro piduista (Giancarlo Elia Valori). Poi c’è Settembrino Nebbioso influente magistrato in servizio prima negli uffici giudiziari romani e poi presso il ministero della giustizia (il cui nominativo si rinviene nelle carte sequestrate a Saladino, poi in quelle di Perugia). Ed ancora, Alfonso Papa (altro magistrato dalle amicizie pericolose): delfino di Umberto Marconi (incriccato napoletano, ora ai vertici della Corte d’Appello di Salerno), poi magistrato ai vertici del ministero della giustizia quindi, come naturale progressione in carriera, deputato PDL.
Oggi leggiamo pontificare magistrati di tutte le correnti. Anche di quelli che si spartirono il Ministero della Giustizia all’epoca dei Mastella (la cd. Pax Mastelliana: la teoria del c’è posto per tutti nelle stanze del potere). Sentiamo gridare allo scandalo magistrati ai vertici dell’ANM: allarme questione morale! Ecco il Palamara: quello che quando furono trasferiti gli onesti e coraggiosi magistrati di Salerno disse che la magistratura aveva dimostrato di possedere gli anticorpi e di saperne uscire nelle situazioni difficili. Ed ecco il Cascini: per lui è sufficiente andarsi a vedere l’apparizione ad Annozero, penosa per sé e per l’associazionismo giudiziario, difensore d’ufficio della parte peggiore della magistratura. Quindi, di fatto, di Miller & C..
Potrei continuare ma diverrebbe stancante sia per me che li ho subiti sulla pelle che per il lettore. Questa è, comunque, la magistratura che piace al potere. Questa è la magistratura politicizzata della P3. Questo è, per quanto mi riguarda, il cancro della magistratura. Da estirpare al più presto.
Oggi sento Mancino dire che non ci saranno sconti per nessuno. Allora cominci lui ad andare in pensione e recarsi dai magistrati per collaborare con la giustizia. Ascolto il Presidente della Repubblica preoccuparsi per la questione morale in magistratura. Signor Presidente perché non si è preoccupato allo stesso modo quando la questione morale era esplosa per le indagini di Catanzaro e Salerno? Si è accorto che sono stati stritolati servitori dello Stato anche perché hanno individuato gravissime collusioni di magistrati? Perché ha avallato decisioni inaccettabili, ingiuste e ritengo illegittime del CSM di cui Ella è Presidente? E’ vero (come fu riportato dalla stampa) che ricevette Mancino al Quirinale pochi giorni prima della sottrazione illegale di Why Not? Sa nulla della strategia, tutta interna all’ordine giudiziario, messa in atto in quel periodo per condurre – con il contributo di magistrati in servizio a Catanzaro, al Ministero della Giustizia, alla Procura Generale della Cassazione e al CSM – al mio repentino allontanamento prima che si scoprissero troppi crimini di Stato?
La Nuova P2, del resto, lo sapeva che con un pugno di ufficiali di polizia giudiziaria e pochi collaboratori (tra cui il dr. Sagona ed il dr. Genchi) eravamo arrivati al cuore di quella che oggi viene chiamata P3, molto più forte ed estesa di quanto si possa immaginare.
Sulle macerie di quelle inchieste servitori dello Stato ci hanno rimesso il lavoro e non solo.
Non molliamo!

Tratto da: Antimafiaduemila.it